Protezioni in moto

Ogni giorno vediamo motociclisti che, soprattutto nel periodo estivo, non usano le adeguate protezioni per andare in moto: T-shirt, pantaloncini, infradito. Si salva solo il casco perché obbligatorio.

Ebbene si, l’uso del casco è obbligatorio secondo l’attuale “Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992 per: tutti i conducenti e passeggeri di ciclomotori e motocicli, sia maggiorenni che minorenni (legge dell’11 gennaio 1986).

Alcuni dati

I dati dell’Istituto Superiore di Sanità lo confermano: dopo l’entrata in vigore della normativa, tra i motociclisti vittime di lesioni al capo, si registrò un calo del 48.6% degli accessi al pronto soccorso e del 50% dei ricoveri e delle prognosi riservate.
Oggi il casco si è trasformato in un emblema del motociclista, un oggetto che esprime la personalità di chi lo indossa: jet o integrale, vintage o sportivo, monocromatico o ipercolorato, di serie o customizzato. Indossare il proprio casco è un orgoglio.

Non esiste, invece, l’obbligo di indossare abbigliamento tecnico. Un tentativo in tal senso fu fatto nel 2010, ma naufragò sul nascere. L’emendamento 20.2 al Disegno di Legge 1720b venne infatti ritirato. Questi suddivideva in scaglioni, legati alla potenza del motociclo, l’uso delle protezioni. Fino a 11 kW sarebbe stato necessario solo il casco. Da 11 a 25 kW si sarebbero aggiunti guanti e giacca tecnica.
Fino a 52 kW sarebbe sussistito l’obbligo di indossare anche protezioni per spalle e gomiti.
Oltre 52 kW paraschiena integrale e pantaloni tecnici.

Nel 2020 sono 2.395 i morti in incidenti stradali in Italia (entro 30 giorni dall’evento), in calo del 24,5%, e 159.249 i feriti (-34%).
Gli incidenti sono stati 118.298, in drastica diminuzione rispetto al 2019 (-31,3%).
Anche i feriti gravi risultano in forte diminuzione rispetto al 2019, ne sono stati registrati 14.102, con un calo del 20%, più contenuto rispetto a quelli delle vittime e dei feriti nel complesso. Il rapporto tra feriti gravi e decessi si attesta a 5,9, di poco superiore ai valori medi registrati nel quinquennio precedente, prima dell’era Covid-19.

Le vittime si riducono per tutti gli utenti della strada. Per gli occupanti di mezzi pesanti (117; -14,6%), motociclisti (586; -16,0%) e pedoni (409; -23,4%) si registrano i cali più contenuti. Tra gli altri utenti, le vittime su autovetture diminuiscono del 27,9% (1.018), quelle su ciclomotori del 33% (59), i ciclisti registrano, infine, una variazione pari a -30,4% (176). Nel 2020 si rileva anche la prima vittima su monopattino elettrico. (fonte: ISTAT)

Gli obiettivi Europei 2030 puntano ad un ulteriore dimezzamento del numero delle vittime e riduzione del 50% del numero di feriti gravi.

Riflettiamoci!

Dato che ad oggi non abbiamo obbligo di ulteriori protezioni, dobbiamo essere noi stessi portatori di educazione verso coloro che non viaggiano in sicurezza. Ognuno è libero di rischiare sulla propria pelle ma, a partire dai nostri figli, parenti ed amici, dovremmo essere noi a promuovere l’uso delle protezioni.

Lascio QUI un articolo di BBC UK riassunto di un’intervista ad un biker coinvolto in un incidente e al chirurgo che lo ha curato.

Lascia un commento